Dalla parte dei poeti: il titolo della densa raccolta di studî che Gianfranca Lavezzi ha dedicato a Metastasio, Monti, De Marchi, Pascoli, D'Annunzio, Saba, Montale, e a Petrarca nel Novecento, riassume esemplarmente i caratteri, e il senso, di un rapporto con la poesia e le sue forme istituito con lucidità e nettezza nel capitale saggio del 1981 sulla variantistica montaliana e finemente rimodulato nel corso degli anni. Se si dispongano i singoli specimina sull'asse della diacronia deducibile dalle date di composizione, non sarà difficile, infatti, osservare come la magistrale e talora infallibile competenza d'ordine tecnico che Gianfranca Lavezzi ha rivelato da subito, fin dal tempo delle sue primissime prove, sia ormai inseparabile da una inquietudine metodologica che alla percezione delle “voci” alte o fioche, laterali o centrali, di un davvero democratico e inclusivo «Parnasso» nel quale i Rolling Stones e Enzo Jannacci convivono con Dante e Petrarca sembra associare una sottile attitudine all'ibridazione degli strumenti euristici che nel combinato disposto di filologia testuale, analisi metrica e detection biografica che contrassegna la sapiente approche a La casa di Olgiate di Montale trova il suo decisivo punto di approdo, di là dai confini disciplinari convenzionalmente fissati con un di più di meccanica normatività, magari ex auctoritate del Contre Sainte-Beuve proustiano, tra la Vita e l'Opera, il Testo e il Contesto.