Nel 1603 la successione al trono d'Inghilterra di Giacomo I Stuart segnò l'inizio di una politica di apertura, mirabilmente incarnata dal giovane primogenito Enrico che, sulle tracce ideologiche del padre, concepì un grandioso progetto di rinnovamento politico e culturale, su ispirazione del modello mediceo. Nella dettagliata elaborazione del programma, il sogno rinascimentale di Enrico Stuart prende corpo, e un nome: Costantino de' Servi.
L'esperienza londinese dell'architetto, pittore e scenografo fiorentino rappresenta la conferma, a livello europeo, della supremazia spettacolare della dinastia medicea, di cui l'architetto è incarnazione. Costantino diventa così il centro motore del programma ideologico del principe Stuart che, forte dell'appoggio dell'homo universalis espressamente richiesto a Firenze, si muove con determinazione alla “ristrutturazione” radicale del sistema cerimoniale e iconografico ereditato. Un “sogno europeo” di ampio respiro, troppo presto infranto dalla morte prematura del principe ma che, pur nella brevità del suo estrinsecarsi, tracciò la strada verso nuove prospettive.