Negli ultimi decenni il melodramma metastasiano è stato oggetto di numerosi studi di carattere musicologico, che hanno messo a punto una variegata mappa delle diverse intonazioni da parte dei musicisti e degli spettacoli. I saggi qui raccolti intendono ritornare al testo, indipendentemente dalla sua utilizzazione come libretto, e tentano una lettura dal punto di vista delle passioni che ne sorreggono la drammaturgia.
Le passioni, definite dal poeta quali venti che agitano il mare della vita e danno un senso al viaggio dell’uomo, non vengono censurate ma sottoposte a un’analisi incessante che consente di governarle e permette all’uomo di sciogliere il dubbio, vizio costitutivo del suo essere. La metafora marina si carica di significati antropologici, si declina in innumerevoli varianti e approda a una saggezza da moralista cui l’aria conferisce una forma assoluta. La varietà delle vicende e le tempeste degli affetti, pur governabili, determinano una instabilità dei personaggi, origine di identità malsicure, le quali presentano aspetti di modernità psicologica rispetto al rigido canone pulsionale della tragedia.
Completano il volume due studi intorno alle strategie encomiastiche messe in opera da Metastasio e al rapporto tra musica e poesia.
In appendice due interventi sul gesto della passione e sulla sorellanza di poesia e pittura rinviano, da una prospettiva cronologica successiva, al tema principale.