I tre filosofi di Giorgione, il dipinto più misterioso del Rinascimento, è oggetto di sempre nuove e diverse interpretazioni; una chiave per decifrare simili enigmatiche allegorie pittoriche può venire da un efficace connubio tra storia dell'arte e storia della letteratura.
Il volume di Hirdt, illustre romanista dell'Università di Bonn, indaga visione del mondo e mondo visivo nel pittore di Castelfranco; individua le colonne portanti del suo orizzonte artistico nella poesia dantesca, nella filosofia neoplatonica e nell'officina veneziana di Giovanni Bellini; inscrive il quadro in un triangolo di formidabili referenti culturali – la Theologia Platonica (1469-1474) di Marsilio Ficino; l'allegoresi della Divina Commedia mediata da Cristoforo Landino; l'Allegoria sacra (1505) di Bellini – e lo interpreta nell'intersezione tra filosofia, poesia e pittura, quale opera che volta le spalle al passato e intraprende con coraggio il cammino verso la modernità.
Titolo originale dell'opera, Bildwelt und Weltbild. «Die drei Philosophen» Giorgiones, Tübingen, A. Franke Verlag, 2002