L'incontro tra Firenze e Bergamo sull'opera di Aldo Palazzeschi, nel trentennale della morte dello scrittore, non è frutto del caso. Il Convegno che si è tenuto a Bergamo, nei giorni 9, 10, 11 dicembre 2004, sul tema Palazzeschi e i territori del comico, con il patrocinio dell'Associazione degli Italianisti Italiani, della Provincia e del Comune di Bergamo, è nato da un'operativa convergenza d'interessi del Centro di Studi «Aldo Palazzeschi» dell'Università di Firenze con il Centro Internazionale Studi sulle Avanguardie e sulla Modernità e con la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.
Alle sessioni del Convegno si è affiancata una Mostra documentaria allestita in una sala della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, con l'insostituibile ausilio e la grande competenza della direttrice M.Cristina Rodeschini Galati. I pezzi esposti (opere manoscritte, autografi epistolari, prime edizioni, materiali iconografici) sono illustrati e descritti nel Catalogo Il codice della libertà. Aldo Palazzeschi (1885-1974), a cura di Simone Magherini, presentazione di Gino Tellini (Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2004). Da parte fiorentina, dopo il Convegno ormai storico del 1976 e quello più prossimo del 2001, preceduto nel 2000 dal Colloquio parigino all'Istituto Italiano di Cultura, l'attenzione sul padre dei «buffi» si è mantenuta costantemente vigile. Ne sono testimonianza le riproposte mondadoriane dell'opera palazzeschiana (dal 2000, sono usciti dieci volumi negli «Oscar» e sono apparse, nei «Meridiani», le raccolte complete di Tutte le poesie e di Tutti i romanzi), come l'impegno dei ricercatori che si dedicano all'inventariazione, allo studio e alla stampa del prezioso patrimonio manoscritto conservato presso il Centro dell'Università (oltre ai carteggi con Marino Moretti e con Diego Valeri, è stato edito anche il Catalogo della Biblioteca di Palazzeschi). Quanto a Bergamo, l'attività del Centro Internazionale Studi sulle Avanguardie e sulla Modernità, che ha avviato le sue prime giornate con Jorge Luis Borges e che ha dato vita negli anni scorsi a manifestazioni culturali di rilievo con Edoardo Sanguineti e Enrico Baj (ultimo un Convegno, Sotto il segno di Ricasso, con Juan Manuel Bonet e Vittoria Marinetti, tra gli altri), si è proficuamente saldata con il fervore delle iniziative promosse dalla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea. Ma una città, custode della tradizione dei suoi Zanni e dei suoi Arlecchini da esportazione, patria di quell'Enrico Rastelli, considerato il più celebre giocoliere di tutti i tempi, non stupisce se ha scelto, per originaria vocazione, di confrontarsi con i lazzi e i frizzi di uno straordinario «saltimbanco» della poesia, nonché di misurarsi, proprio sui territori del comico, con altre voci, altri modi, altre forme del riso, del buffo, della parodia. Lontano, naturalmente, il miraggio della ricognizione sistematica su una materia tanto vasta e cangiante, bensì una serie di sondaggi, nei dintorni del “caso Palazzeschi”, su esperienze significative fiorite a cavaliere dei due secoli, sia sul versante di autori canonici (Pirandello, Svevo, Marinetti), sia su ambiti d'indagine meno consueti e meno assiduamente frequentati.
Il Convegno, di cui si presentano gli Atti, si è aperto il pomeriggio di giovedì 9 dicembre, nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, con gli interventi, presieduti da Alberto Beniscelli dell'Università di Genova, di Marziano Guglielminetti, Maria Grazia Accorsi, Duccio Tongiorgi, Franco Arato e Nunzia Palmieri. Le due tornate di venerdì 10 dicembre si sono tenute nello Spazio Parola-Immagine della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, a fianco della Mostra documentaria. Nella sessione della mattina, presieduta da Pasquale Guaragnella dell'Università di Bari, dopo le relazioni di Adele Dei, Matilde Dillon Wanke e Andrea Cortellessa, è stato proiettato il video Palazzeschi si legge e si racconta, curato da Simone Magherini e Angela Frati, in collaborazione con RAI Teche e la Sede Regionale RAI Toscana, un selezionato collage di interviste e di filmati televisivi che ripercorre, in diacronia storica, l'intera traiettoria biografica dello scrittore. Nella sessione pomeridiana, presieduta da Gino Tellini dell'Università di Firenze, dopo le relazioni di Marco Marchi, Enio Bruschi, Pasquale Guaragnella e Dario Trento, le luci in sala si sono smorzate per la lettura-recitazione di testi palazzeschiani affidata a Maurizio Donadoni: una performance di alta professionalità e di vivacissima fantasia interpretativa. La mattina di sabato 11 dicembre, nell'Aula Magna dell'Ateneo, sotto la presidenza di Matilde Dillon Wanke dell'Università di Bergamo, dopo le relazioni di Giorgio Marcon e Gino Tellini, i lavori si sono conclusi con uno sguardo in avanti, con un bilancio aperto sul futuro, ovvero hanno preso la parola i ricercatori del Centro di Studi «Aldo Palazzeschi», per rendere conto delle indagini in corso, alcune delle quali pressoché in dirittura d'arrivo: Enrica Agnesi (carteggio con Juliette Bertrand, traduttrice francese di Palazzeschi); Stefania Bottini (carteggio con Giovanni Papini); Enio Bruschi (catalogo dei manoscritti e edizione critica di Il palio dei buffi); Laura Diafani (carteggio con Arnoldo e Alberto Mondadori); Irene Gambacorti (carteggio con Attilio e Enrico Vallecchi); Sara Gelli (edizione degli scritti sparsi); Francesca Mecatti (edizione critica dell'inedita traduzione di Il Rosso e il Nero di Stendhal).
Piuttosto che seguire l'ordine con cui le relazioni sono state lette nel corso del Convegno, si è ritenuto opportuno, soprattutto per funzionalità espositiva, organizzare il volume degli Atti in due distinte sezioni: la prima su Aldo Palazzeschi e la seconda su I territori del comico. Alle relazioni dei convegnisti sono aggiunti i contributi di tre giovani studiosi (Marta Barbaro, in chiusura della prima sezione; Luca Bani e Marco Sirtori, in chiusura della seconda). Appositamente pensato per gli Atti è l'inserto iconografico I volti di Palazzeschi, che aduna una ricca scelta di ritratti e di caricature, con presentazione firmata da Carlo Sisi, direttore della fiorentina Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti. Si consiglia il lettore, che si appresta a sfogliare questa bizzarra antologia dei tanti «volti» palazzeschiani, di rammentare le parole dell'imprendibile «Aldino», nel marzo 1911, in risposta a Marinetti, che gli aveva chiesto con urgenza una fotografia per la promozione pubblicitaria di Il Codice di Perelà, in corso di stampa: «la fotografia non ce l'ò. Ne ò delle orribili [...], chi sa quanti mi credono un bel figliuolo quando tu mi ài fatto quel servizio sono fottuto. [...] Perché non ti servi della fotografia di qualche lottatore o di qualche meraviglioso campione dell'umanità? Questo è Palazzeschi. Sai che successo! I Futuristi devono essere belli e forti, e quelli che non lo sono debbono tenersi al coperto. Pensa che effetto vedere la schiera futurista composta di scazzabubboli!».
Matilde Dillon Wanke, Gino Tellini,
Bergamo - Firenze, 18 febbraio 2006