Il carteggio con Guido Mazzoni ci consegna un'immagine di Croce nelle vesti di esperto erudito, bibliofilo appassionato e fervido ricercatore d'archivio. Un interesse che suscita l'ammirazione del professore fiorentino, rappresentante di una “scuola storica” alla ricerca di contatti con l'estetica crociana, seppure nella consapevolezza di una netta distanza. Tra incomprensioni, reticenze e velate polemiche, le lettere portano alla luce cinquant'anni di amicizia che non è venuta mai meno, neppure quando, in tempi di crocianesimo imperante, la storia letteraria dell'Ottocento di Mazzoni viene sottoposta a una severa stroncatura. Il quadro di riferimento si complica con la nomina a senatore del Regno che giunge per entrambi nel 1910. La comune militanza politica si incrina quando l'avvento del fascismo colloca il filosofo nel ruolo di oppositore e Mazzoni in quello di defilato collaboratore del regime. Ma l'orientamento delle ricerche di Croce continua a destare attenzione e a segnare in lui, come nei suoi successori, un momento di rinascita degli studi filologici e storico-letterari.