Quasi del tutto trascurato dalla critica, il rapporto di modellizzazione che lega la «Gerusalemme liberata» all’«Italia liberata dai Goti» di Trissino si rivela, a un’analisi più approfondita, di fondamentale importanza per la genesi del capolavoro tassiano e per la definizione delle principali dinamiche letterarie che ne animano la struttura. Tale rapporto è analizzato, in questo libro, nelle sue componenti più rilevanti. Il ricorso al romanzesco come elemento deviante e diversivo rispetto alla trama epica emerge come il debito più clamoroso verso l’«Italia» proprio perché finora sempre negato o sminuito dalla critica. Anche quanto alla scelta della materia storica e al conseguente trattamento delle fonti storiografiche l’«Italia» costituisce un precedente rilevante, benché in questo caso le correzioni apportate da Tasso si facciano più marcate. Ma è soprattutto il nucleo epico della «Liberata» e poi della «Conquistata», incentrato sul modulo narrativo omerico del ritiro dal combattimento del guerriero necessario all’impresa, a rivelare i rapporti più profondi e determinanti: la ripresa tassiana del modello iliadico a strutturare il nucleo portante della trama del poema risulta costantemente filtrata attraverso il precedente trissiniano. Il volume è completato da un riesame di come evolve il tema virgiliano della compassione per i nemici nella riscrittura del poema tassiano e da due studi stilistici sull’«Italia liberata», riguardanti l’imitazione della formularità omerica e l’infelice scelta metrica dell’endecasillabo sciolto.