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Giovanni Della Casa

Poesie italiane e latine

Capitoli; Rime piacevoli; Rime; Carmina
a cura di Marco Leone, Quinto Marini, Matteo Navone, Massimo Scorsone
  • Collana: Studi e Testi
  • Anno di pubblicazione: 2022
  • Lingua: Italiano
  • Editore: Società Editrice Fiorentina
  • Opera sottoposta a peer review
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  • ISBN: 9788860326539
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  • ISBN: 9788860326737
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Il volume raccoglie per la prima volta, in un’edizione filologicamente controllata e ampiamente commentata, tutte le opere poetiche di Giovanni Della Casa, riunendo intorno alle sue celebri «Rime» la scrittura burlesca in volgare («Capitoli» e «Rime piacevoli») e la produzione latina dei «Carmina».
All’inizio del percorso si collocano i «Capitoli», composti tra il 1533 e il 1536 nell’ambito dell’Accademia dei Vignaiuoli, un’esperienza creativa breve, in seguito ripudiata o elusa, dalla quale nacquero cinque ternari secondo la tradizione comica toscana. Di particolare spicco il «Capitolo sopra il Forno», futuro bersaglio polemico di Pietro Paolo Vergerio.
Intorno alla metà degli anni Trenta, accantonata la musa burlesca (ma non definitivamente, come provano le «Rime piacevoli» e alcuni «Carmina»), Della Casa comincia a scrivere le Rime, mentre compie i primi passi della sua carriera ecclesiastica sotto l’egida dei Farnese. Nel loro articolato percorso, che accompagnerà sino alla fine la non facile vicenda esistenziale dell’autore, le poesie italiane evolvono da canzoniere d’amore a canzoniere morale e spirituale che ha alla base l’ampio retaggio dei «Rerum vulgarium fragmenta» e delle «Rime» bembiane (modelli emulati in progressiva autonomia), la tradizione poetica volgare di tardo Quattrocento e di primo Cinquecento, nonché l’oratoria dei classici antichi, sentita come una lingua madre. Al centro vi è la canzone «Errai gran tempo», che raccoglie le spinte innovative e inaugura una svolta nel segno del pentimento e della conversione, da cui nascono le ultime rime, l’espressione più alta della lirica italiana nell’età compresa tra Ariosto e Tasso, in una tensione che libera la poesia dalle secche del petrarchismo.
Un classicismo illuminato da sprazzi di fede cristiana sottende anche i «Carmina», specialmente quelli scritti tra il 1551 e il 1555, sul modello fondamentale di Orazio, ma anche di Virgilio, Ovidio e Catullo. Al nucleo delle sedici poesie incluse nella «princeps» dei «Latina monimenta», si aggiungono qui i componimenti latini extra-vaganti, ordinati in una ben distinta «Pars altera» e, insieme a tutto il «corpus», integralmente commentati e tradotti in italiano.

Informazioni bibliografiche

Titolo del libro

Poesie italiane e latine

Sottotitolo del libro

Capitoli; Rime piacevoli; Rime; Carmina

Autori

Giovanni Della Casa a cura di Marco Leone, Quinto Marini, Matteo Navone, Massimo Scorsone

Opera sottoposta a peer review

Anno di pubblicazione

2022

Anno Copyright

© 2022

Licenza d'uso

Tutti i diritti riservati

Licenza dei metadati

CC BY 4.0

Editore

Società Editrice Fiorentina

ISBN Print

9788860326539

eISBN (pdf)

9788860326737

Collana

Studi e Testi

ISSN

2610-9646

Numero in collana

12

Marco Leone è professore associato di Letteratura italiana presso l’Università del Salento. Ha studiato soprattutto testi e autori dei secoli XVI e XVII (la poesia in latino, la lirica d’ambito regnicolo, la poesia religiosa, Tassoni e Testi). Ha collaborato con il «Dizionario biografico degli italiani» e fa parte del Comitato scientifico del CISS (Centro internazionale di studi sul Seicento), oltre che del gruppo «Seicento» dell’Associazione degli Italianisti. Quinto Marini: Insegna Letteratura italiana presso l’Università di Genova.
Membro del Direttivo della «Rassegna della letteratura italiana», si è occupato di Dante, del Cinquecento (Aretino, Della Casa), del Seicento (poeti popolari, romanzieri, predicatori), di Goldoni, della narrativa ottocentesca, di Montale e della letteratura resistenziale. Matteo Navone è professore associato di Letteratura italiana presso l’Università di Genova. La sua attività di ricerca si concentra sul genere epico-cavalleresco, sull’epistolografia di età moderna e contemporanea, sulla letteratura di argomento politico. Ha studiato in particolare le opere di Tasso, Metastasio, Alfieri, Foscolo, Sbarbaro, Govoni e Biamonti. Massimo Scorsone è traduttore e curatore editoriale. Già membro del consiglio scientifico di SuRSUm (Centro Interdipartimentale di Ricerca dell’Università di Torino) e socio della IANLS (International Association for Neo-Latin Studies), ha pubblicato in ambito accademico edizioni di poeti neolatini di età rinascimentale (Flaminio, Berni, Castiglione, Della Casa, Molza) e barocca (Cesarini).
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