Il profumo del sacro nei luoghi fisici e spirituali del Canzoniere, nella cella di memoria petrarchesca, è lo scritturale odor suavitatis, l'aura soave che porta al poeta il ricordo dell'amata.
Questo saggio, all'incrocio di filologia e critica, è uno studio sulle fonti scritturali e patristiche nei Rerum vulgarium fragmenta, troppo spesso semplicisticamente definiti “laici”. La ricerca riscrive il volto spirituale del Petrarca volgare superando sostanzialmente la dicotomia fra produzione volgare e latina, sviluppando il piano prospettico-valutativo della cristianità petrarchesca, senza trascurare memorie classiche e romanze, interferenti con Sacre Scritture e Padri della Chiesa.
Nelle sparse rime, permeate dall'eternizzante «aqua viva» giovannea, la fonte sacra ricrea quella bellezza antica e nuova che agostinianamente fuga la cecità terrena ed esala il suo cristico profumo. Così si coniuga dogma e letteratura, linguaggio d'amore e linguaggio sacro, il poeta di Paul Valéry che traduce il discorso ordinario in «langage des dieux» e l'interpres Verbi che umanizza e attualizza la Scrittura.