Amélie Nothomb (1967), belga per nascita e giapponese per elezione, si distingue nel panorama della letteratura francofona contemporanea per lo stile originale e la personalità eccentrica. La prolifica attività di scrittura si accompagna a un vero e proprio “fenomeno-Nothomb” che diventa lo specchio delle due anime della scrittrice: la “sacerdotessa del Linguaggio”, celebrato attraverso la letteratura, e il personaggio mediatico che conquista il pubblico di massa. Il maquillage del linguaggio, infatti, è la quintessenza dell’arte di Amélie Nothomb, caratterizzata dal gioco linguistico e dall’invadente presenza di una figura autoriale trasformata in un geniale personaggio da palcoscenico. L’operazione “cosmetica” riguarda allora l’identità esistenziale e linguistica della scrittrice che, di romanzo in romanzo, assume facce e culture diverse. L’opera di Amélie Nothomb, infatti, partecipa a pieno titolo alla contemporaneità letteraria proprio grazie al multiculturalismo che veicola. Un multiculturalismo che va al di là dei confini geografici, attraversa i diversi strati culturali e si rivolge, nel bene e nel male, alla nostra società.
Amélie Nothomb: la cosmetica delle lingue racconta la storia dell’amore cannibale fra la scrittrice e il linguaggio, e immagina, con il lettore, i “trucchi” che il fenomeno-Nothomb porterà con sé.