In questo libro, attraverso un percorso pluridisciplinare – dalla letteratura alla storia, dalla antropologia alla psicoanalisi – vengono esplorate le connessioni bizzarre che hanno legato le donne con il mondo animale.
Dal subumano al sovrumano si moltiplicano nei secoli le ibridazioni e le metamorfosi: arpie, meduse, chimere, gorgoni, sfingi, donne-serpenti. Miti, archetipi, temi, sistemi paralleli di rappresentazione, contaminazioni e sovrapposizioni presenti sia nella tradizione del pensiero misogino sia nelle diverse forme di una filosofia vitalista che si oppone al dominio e allo sfruttamento antropocentrico della natura. Un itinerario complesso e ricco di ambiguità, dove si vedono sfilare le ondine, le streghe, le sante, le bambine delle favole e il loro piccolo zoo interiore.
Gli animali letterari accedono, nei bestiari femminili, ad un piano di “riabilitazione simbolica” di tipo naturalistico e partecipano a un mondo umano riconciliato: l'Eden ritro-vato compare in opere di molte scrittrici, artiste e filosofe. In tanti bestiari del Novecento, la donna e la bestia si scambiano, o meglio, combinano ruoli e simboli nella rap-presentazione
della sublimità e della degradazione.
È interessante e divertente inseguire all'interno di epoche e culture diverse questo binomio bizzarro impigliato nel gioco regressivo di uno scambio mitizzante di termini e di segni – formali immaginari e simbolici – tra il femminile e l'animale (il bene e il male, il legittimo e l'illegittimo, l'amor sacro e l'amor profano), tra ritorni, riemergenze, parodie, decostruzioni, citazioni che, nelle loro infinite metamorfosi, continuano a tracciare percorsi ancora da decifrare.