Personalità complessa e carismatica, Helle Busacca (S. Piero Patti, 1915 - Firenze, 1996), poetessa e scrittrice messinese, rappresenta una voce inconfondibile all’interno del panorama letterario italiano per la profonda originalità della sua opera, che dal dramma personale – la morte per suicidio del fratello Aldo – e dalla coscienza di un destino tragico libera una testimonianza di rara intensità.
Nei suoi scritti, apprezzati fra gli altri
da Mario Luzi, Oreste Macrì, Sergio Solmi, contemporaneità e tradizione classica, alto lirismo e feroce critica alla società si intrecciano nel completo fondersi del piano artistico con quello esistenziale, al servizio di una poesia che è insieme atto di fede sociale, strumento di denuncia e “scala ripida verso le stelle”.
"Ma l’incompiuto, l’eterno
incompiuto, l’opera che incominciata
non fu portata a termine, e non sarà,
il tuo ultimo sguardo
a me, addio disperato, chi lo cancella,
e se si cancella col mio andarmene,
che senso ha avuto, che senso
abbiamo?"